SPETTACOLI
Tutte le nostre produzioni teatrali
SCALA REALE
Testo e regia di Paolo Maria Congi
con Benedetta Cassio, Paolo Maria Congi e Paolo Cutroni
Un attore, una psicanalista, un procuratore. Dentro questo mondo. Il mondo di oggi: un mondo violento, senza più punti di riferimento. Ognuno con i propri sogni, ognuno con i propri traumi, con i propri desideri messi a nudo. La voglia di vivere, il desiderio di fuggire, ma tutto sfugge dal controllo. Un gioco perverso, e la violenza come necessità di relazione. Una violenza espressa dagli uomini, che a modo loro abusano di Selene: diversi ma uguali nelle loro esigenze animali. Un triangolo nero dove nessuno è buono e nessuno è cattivo.
Il testo di Paolo Maria Congi è scritto come una forma di partita a tre, che racconta il bisogno del gioco malvagio, della perversità nascosta dentro i rapporti quotidiani, di scavare dentro l’animo umano senza giudizio. Una riflessione caustica sul nostro modo di vivere, che sfocia in una negazione della realtà oggettiva.

DISCARICHE ALLUSIVE
Racconti scritti, musicati e interpretati da Mauro Tiberi
Tutto inizia con un'azione: scendere in pieno lockdown a buttare la spazzatura alle 23 e 30. La città è vuota, silenziosa, immobile. Gli spettri delle 23 e 30 passati riempiono lo schermo della memoria. Impossibile fare dei raffronti tra ciò che era e ciò che è. Il divario qualitativo tra il tempo presente e quello passato è insormontabile. L'impossibilità fisica del movimento spinge l'autore a viaggiare con la mente in una sorta di parabola immota che sedimenta sui suoi piedi un mondo immaginifico tutt'altro che scontato. La sofferenza della quotidianità strappata lo sposta verso un orizzonte eccessivo in cui prendono vita personaggi, situazioni, circostanze, soluzioni, riflessioni al limite dell'accettabile come solo il caso limite può provocare.
Discariche Allusive è un'antologia di eiaculazioni creative e introspettive in cui l'individuo scrittore si sofferma per quasi trattenere l'oltre dato dall'irrazionalismo egoriferito, in una lotta continua tra la trasmissione e il flusso di coscienza psicotico. Una diga che si costruisce da sé, calcolata al millimetro per far defluire solo una piccola ed esclusiva parte di suggestioni ed emozioni. Un'antologia evacuata da un comico, privato di pubblico e quindi privato di un limite.
Il sorriso è il fine ultimo. Se il sorriso ci rende tutti più sereni allora è in questo modo che si desidera morire. Il sorriso come sintesi finale e rossetto definitivo. La musica diviene il limite narrativo. Un tema ossessivamente canticchiato che desidera altrettanto ossessivamente diventare un inno Rock in cui la distorsione della chitarra non è altro che rappresentazione sonora di un grido adenoidale.
Lo spettacolo di fatto si propone come un one man show in cui l’attore alterna momenti di lettura interpretativa dei testi a momenti di interpretazione vera e propria, a metà strada tra la stand up comedy e il monologo teatrale.
La parola, la parolaccia, la bestemmia sono inserite come allusione a qualcosa di altro, qualcosa che giace al di sotto di esse, una necessità, una ribellione, un lamento, una risata.

FAUST
Selezione Teatro Lazio - Festival InDivenire 2019
Testo e regia di Paolo Maria Congi
con Mauro Tiberi, Simona Vazzoler, Livia De Luca, Ethel Fanti Ciupi, Eleonora Muzzi
Giulio è uno scrittore, nevrotico e narcisista, che sta tentando di scrivere un testo teatrale su Faust, ispirandosi all’opera di Marlowe. Convive con Elena, la sua compagna e musa ispiratrice, ma non trova pace. In questa stasi si dispiega un mondo di possibilità infinite della sua opera, sempre ferma alla prima battuta: “Sono solo nella stanza”. Elena tenta costantemente di consolarlo, e dopo l’ennesimo litigio esce di casa lasciandolo solo con le pagine bianche e le loro infinite possibilità. Bussano alla porta due ragazze che si presentano come rappresentanti delle forniture di luce e gas e gli propongono un contratto. La situazione ambigua e la conversazione apparentemente casuale svelano che in ballo c’è proprio l’anima di Giulio, ma egli è troppo intontito per capire cosa stia succedendo.
La gloria eterna, l’immortalità della vera Arte, ma una vita di stenti e sofferenza; oppure il successo, la ricchezza materiale e tutte le agiatezze di un mondo effimero, che però cade nell’oblio e nel dimenticatoio. Giulio tormentato dai dubbi verrà trasportato nella sua follia finale dal Diavolo, o da colei che lui crede essere il Diavolo, in un tributo che dovrà pagare.
Nel nostro Faust tutte le forze sono messe in scena come una presenza costante che grava sul personaggio principale. Queste flatus vocis – in alcuni casi vere e proprie erinni – vogliono essere allo stesso tempo personali e impersonali. La scena è scarna, minimale, e al tempo stesso un archetipo dell’incompleto, metafora della perfetta metà rappresentata. Si tenta di portare un carattere vivace, comprensibile, “vero”, o almeno verosimile, nonostante le tante citazioni alla letteratura e alla filosofia; e un mondo profondo, immerso, imperscrutabile, forse dovuto alla psicologia dell’uomo, o a quello che qualcuno può chiamare “campo unificato”.

UN TRAMEZZINO TAUTOLOGICO
Premio Miglior Drammaturgia - Roma Fringe Fest 2019
di e con Mauro Tiberi
La vicenda di Mauro e del suo tramezzino tautologico racconta la storia di un uomo che sa amare solo quando è solo spasimando nell'ombra e tenendosi tutto dentro. Ma quando questo suo amore ideale diventa l'amore reale di un altro diventa irrimediabilmente anche perduto per sempre. La sua reazione alla notizia che Francesca, la donna che ama fin dalle elementari, sta per avere un bambino da un certo Leonardo lo annebbierà per più di otto mesi confondendolo e allontanandolo dalla realtà. La notte del parto della ragazza sarà il momento della scelta che lui racconterà registrando un'audio cassetta per Nausicaa, la sua nipotina che l'indomani compirà un anno di vita.
Un lascito, un'ultima storia di un drammaturgo che non ha più niente da raccontare e neanche un motivo per mentire. Un lamento tragico di chi è rimasto vittima delle sue incapacità relazionali.

COME QUANDO FUORI PIOVE
Testo e regia di Paolo Maria Congi
con Grazia Giansante, Mauro Ascenzi, Mauro Tiberi, Paolo Congi
e con Patrizio Recchioni e Pierpaolo Pediconi
1943, Italia. È un inverno rigido, reso ancora più rigido da una pioggia incessante. Fuori cade la pioggia, come cadono i morti, come le bombe. Lucia e Carlo sono due gemelli che vivono soli nella loro grande casa borghese, isolata dal paese e da tutto il mondo. Ma il mondo entra prepotentemente, come la guerra. È la repubblica sociale, quella di Salò. Carlo viene fatto capitano, e la casa viene occupata dai nazisti. Hanno catturato un partigiano. Le sue urla strazianti echeggiano per i corridoi. La tortura affonda e vibra nella testa di tutti. Forse è Varga, il loro capo. Un uomo senza scrupoli, un uomo nero a cui tutti danno la caccia. Lucia è intenzionata ad aiutare il partigiano. È l’unica donna in mezzo ai camerati, e deve usare i suoi mezzi, le sue armi per arrivare al suo scopo. Ma quale?

MADDALE'
Premio Nuova Drammaturgia - TACT Festival 2019
Scritto e diretto da Paolo Maria Congi
con Livia De Luca, Mauro Ascenzi, Paolo Maria Congi, Mauro Tiberi, Patrizio Recchioni, Miriam Esposito
Le periferie di Roma sono al margine di tutto. Sono un microcosmo sociale che desidera essere lasciato in pace, abbandonato e vuoto nell’immaginazione borghese, ma vivo e pulsante nella realtà di chi le vive. Maddalena nasce in tutto questo, con un marito agli arresti domiciliari soffre un ulteriore isolamento, lacerato da una situazione economica senza via di scampo. L’unica via di fuga è un ragazzo, Bruno, uno scrittore intellettuale caduto in depressione dopo il divorzio, che approda in questo mondo sconosciuto di cui si nutre, ma che non sa interpretare. I sogni di gloria di Bruno si scontrano con la realtà, così come quelli di Maddalena sono distrutti dalla gabbia che vive insieme al marito. In tutto questo i sentimenti svaniscono per far spazio ad un’umanità pregna di necessità, di bisogni primordiali.
La frustrazione, la rabbia che pervade la società è racchiusa in questo dualismo sociale e non solo.
La gabbia è fisica e mentale, anche se apparentemente ci siamo buttati tutto alle spalle Maddale' ci ricorda che siamo nati in tutto questo...

COME FANNO LE FALENE
scritto da Mauro Ascenzi
con Paolo Maria Congi e Paolo Cutroni
Un Padre. Un figlio. Un mostro che nessuno ha mai visto. La condizione d'esistenza del mito sembra essere spesso l'immediatezza della morale che se ne ricava. Ma di fronte a storie eterne come quella di Dedalo e Icaro ogni insegnamento sembra già logoro, e un insegnamento sciupato non lascia spazio a domande. L'eterno conflitto padre-figlio che si esplica nei meccanismi del divieto che deve essere infranto, dell'autorità che deve essere superata e del nemico da identificare, riti di passaggio che affondano le radici nella notte dei tempi, trovano modo di esistere tra i cunicoli interminabili di un labirinto senza spazio né tempo. Meccanismi che mal sopportano i legami affettivi. Si sviscera il passato nel tentativo di risolvere un presente insolubile, fino a che l'urgenza del futuro sembra essere l'unica possibilità.

LA TEORIA DEL ROSPO
di Emiliano De Magistris e Monica Maffei
con Emiliano De Magistris, Patrizio Recchioni, Mauro Tiberi
Mauro, Andrea e Carlo sono tre ragazzi di quasi trent’anni. Vivono insieme dai tempi dell’università, dieci anni ormai, forse un po’ troppi anche per chi si vuole bene come loro. Il fattore che li accomuna oltre ad avere trent’anni e a condividere il bagno, è un senso di insoddisfazione, di incompiutezza.
Che peso ha il futuro sulle nostre vite? Cosa possiamo fare oggi per essere felici domani?
Con queste domande Mauro, Andrea e Carlo vivono giorno per giorno; ma le loro vite ci mostrano come, almeno per ora, le risposte siano inadeguate.
